26 novembre

Ore 21

Teatro Concordia, Venaria Reale (TO)

27 novembre

Ore 21

Officina Teatrale degli Anacoleti, Vercelli

28 novembre

Ore 21

Teatro Sociale , Valenza (AL) – in collaborazione con Fondazione Piemonte dal Vivo

Compagnia

Teatro Ma / LUDWIG in collaborazione con Teatro filodrammatici

Drammaturgia e regia

Benedetto Sicca

Con

Sara Drago, Mauro Lamantia, Giancarlo Latina, Paola Michelini, Luigi Maria Rausa, Marco Rizzo, Beppe Salmetti, Carla Stara

Violoncello

Bruna di Virgilio

Musiche

Chiara Mallozzi

Assistente alla regia

Astrid Casali

Scenografia

Maria Paola di Francesco

set design ripreso da

Alessia Colosso

Disegno luci

Marco Giusti

Sito

Social

Niente scenografia, solo delle seggiole da cui si diparte un groviglio di nastri, una specie di ragnatela, una maglia rigida di legami e vincoli, una gabbia dove albergano esistenze dal declino inevitabilmente segnato, fili polverosi che imbrigliano un mondo decadente sull’orlo del baratro, un mondo di mobili accatastati coperti dal cellophane. Fili che vengono riposizionati a ogni cambio d’atto, fino a essere staccati alla fine, recisi come i ciliegi sotto i colpi delle asce. Rimarrà solo il filo legato al fagotto, che sembra un bambino in fasce, che tiene in braccio Šarlotta.

Gianpiero Raganelli

La vicenda di Ljubov’ Andreevna Ranevskaja e della sua famiglia rispecchia la crisi di una società, la decadenza di una classe e l’affermazione di un’altra, la trasformazione di una struttura sociale e il delinearsi di un nuovo sistema di valori. Il maestoso e rinomato Giardino dei ciliegi dovrà essere messo all’asta per pagare i nuovi debiti della famiglia.

Uno dei testi più rappresentati e conosciuti di A. Cechov merita oggi un percorso di riscoperta che giustifichi la stessa messa in scena. Il fallimento di una famiglia borghese e la loro consequenziale perdita di proprietà, l’emancipazione dei servi e il loro riscatto sociale emergono lampanti ad una prima lettura de il giardino dei ciliegi. Ma partendo da queste tematiche abbiamo voluto affrontare un’indagine su tutte quelle dinamiche umane che i personaggi dell’opera subiscono. Lo stare cechoviano è lo stare di un’intera società, che, depressa e ansiosa, non può permettersi il pane, ma gioca alla lotteria.