Figlidiunbruttodio fissa un frammento di realtà che ci investe, per poterla vedere, capire, e affrontare meglio. L’esigenza è quella di mettere in scena l’oggi, l’Italia di oggi. Due storie molto distanti tra loro, ma in realtà incredibilmente vicine.
La prima, centrale, è ambientata nel mondo della televisione, dove denari e speranze scorrono a fiumi, attraverso canali a volte putrescenti: una fogna regale, nella quale hanno diritto a nuotare, o ad annegare, solo pochi eletti.
La seconda, a fare da contrappunto, è la storia di due falliti veri – una coppia ispirata a quella di “Uomini e topi” di Steinbeck – due poveri cristi senza futuro che sopravvivono nella spazzatura, nell’illusione, nel reciproco amore. Cosa hanno in comune?
Fanno ridere, ma non lo sanno. Non hanno speranze, ma sono convinti di averne. Sono figli diversi e illegittimi di un tempo comune, di un brutto Dio…